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Lo stress non è un buon alleato del sistema immunitario

  • Eugenia Altavilla
  • 14 mar 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Lo stress nel senso comune assume un'accezione negativa, indicando uno stato psicofisico di affaticamento, di tensione, disagio. Dal punto di vista psicobiologico invece è considerata una reazione adattiva funzionale alla sopravvivenza. Il protrarsi della situazione stressante però, comporta conseguenze negative.

Selye fu una tra i primi ricercatori ad aver introdotto in medicina il termine "stress", distinguendo due tipi di stress: l'Eustress o stress positivo e il Distress o stress negativo.

Lo stress positivo consiste in una situazione di pressione in cui l'organismo non subisce danni ma bensì riceve degli effetti positivi per il suo benessere, questo perché la fonte di stress non è ne così intensa ne così prolungata da esaurire le sue energie, ma tale da stimolare positivamente l'organismo rendendolo pronto ed attivo per promuovere un riassetto generale.

Il Distress invece che è lo stress negativo prolungato, genera effetti nocivi al nostro organismo, alzando i livelli di cortisolo provocando così l'abbassamento delle nostre difese immunitarie.

L'abbassamento delle difese immunitarie provocato dallo stress, sarebbe legato infatti dall'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, ovvero il sistema di autoregolazione della produzione di cortisolo.

Lo stress acuto, aumenta notevolmente e rapidamente i livelli di cortisolo,generando una diminuzione del sottogruppo preposto a sostenere la risposta immunitaria diretta a contrastare gli agenti patogeni.

Detto ciò, dal punto di vista psicologico, la risposta allo stress dipende sia dalle caratteristiche oggettive della situazione stressante, sia dalle risorse psicologiche dell'individuo.

Dall'analisi di diversi esperimenti effettuati, si è riscontrato che il principale fattore cognitivo che sembra ridurre gli effetti dello stress è il possesso di strategie di coping ( Deson. Spanovic and Miller, 2009). To cope, infatti significa "far fronte" e riguarda una serie di tentativi messi in atto dall'individuo per poter festeggiare gli eventi difficili in modo da limitarli, ridurli o tollerarli (Cariota Ferrara e La Barbera, 2006).

Le nostre risorse o strategie di coping fanno parte di quel sistema attitudinale della risoluzione di problemi. Ci permettono di fronteggiare una situazione stressante, di superarla e di uscirne arricchiti, rafforzati.

Attraverso il potenziamento delle stesse, attraverso la scoperta di risorse inespresse sarà possibile aumentare il grado di libertà nel funzionamento individuale e relazionale.



Dott.ssa Eugenia Altavilla

(Psicologa)

 
 
 

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